"Non si può parlare di globalizzazione, ma di disneyzzazione del mondo."

terry gilliam - intervista

"Fra qualche anno cambierà. Conosci il giornale in cui lavoro: ciò che cerchiamo di creare è un'umanità artificiosa, frivola, che non sarà mai più toccata dalle cose serie né da l'umorismo, che vivrà fino alla morte in una ricerca sempre più disperata del fun e del sesso; una generazione di eterni kids. Ci riusciremo ovviamente; e, in quel mondo, non ci sarà più posto per te."

michel houellbecq - la possibilità di un'isola

"Credo che viviamo in un "asilo globale" perché c'è un sistema di lavaggio del cervello che ci rende infantili e immaturi. Pensiamo che se compriamo ancora un altro oggetto possiamo diventare felici; siamo circondati da giocattoli e oggetti e siamo invitati a passare tutta la nostra vita a giocare con i giocattoli. Questa è infantilizzazione dell'essere umano, un'infantilizzazione sistematica dell'intera umanità. Ho visto qualche tempo fa dei graffiti in Israele che dicevano: siamo nati per comprare. Ma non tutti noi. Alcuni sono nati per vendere e loro sono i responsabili dell'infantilizzazione dell'umanità."

amos oz - intervista

"Più diventa tutto inutile e più credi che sia vero e il giorno della fine non ti servirà l'inglese."

franco battiato - il re del mondo

"I nostri nonni lottarono per i propri diritti. Diritti che il nuovo blocco di potere riformista confindustriale sta cancellando uno dopo l'altro. Mentre voi giocate con la Playstation... quelli ve lo mettono nel culo. Voi pensate, che sia un effetto speciale di Super Mario, ma in realtà sono loro che ve lo stanno mettendo nel culo."

daniele luttazzi - decameron

"Nel succedersi delle generazioni può avvenire che si abbia una generazione anziana dalle idee antiquate e una generazione giovane dalle idee infantili, che cioè manchi l’anello storico intermedio, la generazione che abbia potuto educare i giovani.”

antonio gramsci

"Vede la Fine. In metropolitana. Nella puttana che le si siede a fianco. Nel tizio stanco. Nella sua borsa di Dior. Muore il Mercato. Per autoconsunzione. Non è peccato. E non è Marx & Engels. E’ l’estinzione. E’ un ragazzino in agonia. Vede la Fine in me che spendo soldi e tempo in un Nintendo dentro il bar della stazione e da anni non la chiamo più."

baustelle - il liberismo ha i giorni contati

"Il critico militante è, come sosteneva Luperini, il custode 'addetto alla memoria selettiva della civiltà'. Selettiva. Appunto. E non è certo lo specifico della serialità - che poi non esiste, perché pur essendo entrambi seriali, tra Popeye e Dago non c'è alcuna affinità - a determinare questa selettività. In quanto l'unico comune denominatore dei tanti fumetti seriali è, a mio avviso, il mercato. E, cazzo! C'è qualcuno che se la sente di sostenere che il mercato può essere una legittima autorità canonizzante?"


boris battaglia - l'ippoghigno nella bruma

"Non è affatto vero che io non credo nel progresso, io credo nel progresso. Non credo nello sviluppo. E nella fattispecie in questo sviluppo. Ed è questo sviluppo che da alla mia natura gaia una svolta tremendamente triste, quasi tragica."

pier paolo pasolini - intervista

"Le opere d'arte sono di una solitudine infinita, e nulla può raggiungerle meno della critica."

rainer maria rilke - lettere a un giovane poeta
 

martedì 13 dicembre 2011

RIFIUTO

mi scrivono quelli de "il male".
dicono che sarebbero "molto contenti di conoscermi", che scozzari ha suggerito il mio lavoro e "è un referente molto importante, no?" (sì, lo è. e gli voglio pure un gran bene). la proposta economica è molto buona. mi chiedono di inviare del materiale in redazione. ma.

ma questo settimanale è penoso. ogni tanto l'ho preso in edicola e ho avuto difficoltà anche solo a sfogliarlo.
sul male gli autori vengono pagati per sfogarsi. per stare "sul pezzo", sulla cronaca. ma la cronaca è una malattia. ti costringe a informarti sul peggio del paese. quotidianamente. monti, bersani, bossi... la tv, i giornali, le troie...
più ti informi e più t'incazzi. e più t'incazzi e più hai bisogno di sfogarti. come ha detto makkox in un'intervista: " io c'ho sempre la televisione in sottofondo, la radio... come sento una notizia che mi fa o girare i coglioni o mi fa venire un commento ironico io la butto giù e la prima funzione che ha è quella di appagarmi. mi sento rilassato...".

ecco, non voglio vivere con la tv accesa tutto il giorno, la vita è già abbastanza penosa per com'è. non voglio sapere tutte le cazzate che dirà gasparri, non voglio farmi rattristare il cuore dalla voce della santanchè (solo averla googolata per cercare l'accento giusto nel suo nome mi ha tolto il fiato. mi ha fatto perdere tempo), non voglio che tutta questa merda entri nella mia vita per-poi-potermi-sfogare-su-una-vignettina-satirica-per-compiacere-il-lettore-incazzato-quanto-me. per farlo sentire meno solo, inducendolo a provare un inconcludente senso di appartenenza. per: rilassarmi e rilassarlo.

cari lettori: l'effetto calmante di qualche vignetta non vi salverà. è finito il tempo delle risate. tenetevi l'amarezza dentro. fatela crescere, semmai. ingrassatela a dismisura... fino a farla esplodere.
che poi, in questo dannato paese, forse, qualcosa di buono succede per davvero.

quindi ho ringraziato la redazione e ho detto no.

7 commenti:

davide idee ha detto...

io invece apprezzo molto la satira, sia quella in forma di teatro che quella distillata in vignette e non credo che oggi ricopra il semplice ruolo di "rilassamento" del disegnatore/lettore o del comico/spettatore. proprio perché non apprezzo il modo di intendere la satira di Vauro e Vincino. il loro giornale non è un gran che, d'accordo, chiamarlo Il Male è anche un insulto, ma ci sono vignettisti veramente dotati, portatori di autentico livore, che riescono ancora a stimolare il pensiero attraverso una sintesi attenta e tagliente dell'oggi [non makkox, per intenderci, il quale si è riciclato solo ultimamente come vignettista satirico, ma che ho sempre apprezzato per altre sue cose]. il sorriso c'è, ma è sempre amara espressione di un disagio. ciao.

Paolo Andolfi ha detto...

La satira é una cosa, ma sono d' accordo con Aus, non per leccacularlo, s' intende. Adoro Makkox, adoro Altan, Vauro e Forattini per fare qualche nome, ma pare essere vero: non é che un' altra forma narrativa che non fa che ironizzare sull' ovvio, su cose di cui tutti già parlano senza cambiare niente, di fatto. Ti senti solo quell' attimo confortato e rinforzato dalla consapevolezza che qualche autore importante tiri fuori quel disagio che tutti alla base percepiamo, ma dopo? Dopo?
Una risata porterà via tutti i mali. 'Sto cazzo. Bravissimo Aus, i tempi sono cambiati, é il momento dell' amarezza e della consapevolezza, possibilmente anche messe su carta. Però peccato per l' offerta rifiutata. :)

Luce Scala ha detto...

Non tutto il Male vien per nuocere.

davide idee ha detto...

fatta eccezione per Altan, gli altri tre citati da Paolo Andolfi sono esempi calzanti di quel genere di vignettisti satirici che fanno sempre le stesse cose, ricalcando l'ovvio e riferendosi a un gusto un po' di destra, un po' di sinistra. basta insomma. non venitemi a dire che questi sono autori satirici. la satira è proprio un'altra cosa.

GiovanniMarchese ha detto...

Scelta apprezzabile. La satira "di sistema" è un trombone sfiatato.

MicGin ha detto...

Bravo. e per i motivi di fondo che hai detto. rilancio!

Squilibrato ha detto...

Blog meraviglioso!!!